Dialogo fra motociclisti

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  1. Mastic

    Mastic

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    L'argomento mi è a cuore, perché non sopporto il fatto di vedere una categoria alla quale appartengo anche io muoversi in maniera disorganizzata. Né sopporto le beghe fra associazioni. Le trovo stupide.

    Partiamo dal principio. Il 26 aprile ci sono state a Roma e Milano le manifestazioni del Ting'avert contro i guard rail.
    Personalmente ho detto ai ragazzi del "Tinga" che non era il momento di parlare di guard rail (problema un po' di retroguardia), ma che piuttosto era giusto parlare di sicurezza dei motociclisti in generale; visto che le decisioni vengono prese regolarmente sulle nostre spalle (paghiamo noi) e alle nostre spalle.
    Sarebbe stata un'occasione per essere tutti uniti giocosamente in piazza. Per far vedere che ci siamo. E che sappiamo anche coordinarci.

    Invece è mancato l'apporto e la presenza di altre associazioni. E si è finito per parlare di guard rail.

    Non sto a indagare sui motivi di ciò. Non mi interessa.
    Ho già sentito le posizioni di due associazioni e so che ci sono come minimo dei malintesi.

    Mi interessa piuttosto sviluppare un dialogo costruttivo, per capire cosa succede. A che punto siamo. Chi fa cosa e perché. E come si possono cucire insieme gli impegni delle varie forze, dando un'idea all'esterno di unitarietà e di coordinamento.

    Si può fare? Ci riusciamo?

    Premetto che ho lanciato ora la discussione, prima del ponte del primo maggio, durante il quale non potrò essere presente, perché ho ricevuto un paio di telefonate in risposta al mio articolo sulle manifestazioni pubblicato su Motonline. E perché sullo stesso articolo ho trovato già 10 commenti, dai quali si comincia a evincere che si sono formati almeno due schieramenti. Insomma, l'argomento è caldo ed è inutile aspettare lunedì prossimo. Chi vuole inizi a scrivere le proprie opinioni.

    Ciao a tutti e... buon 1° maggio!
    :)
    Ricky
     
    Ultima modifica: 30 Aprile 2009
  2. gattostanco

    gattostanco

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    Che si possa fare, non c'è dubbio.

    Riuscirci è un altro discorso.

    Sai bene che in questi anni mi sono impegnato un po' nel C.M., sto dando una mano al Moto Club Ravenna anche nell'ottica di spingere la FMI ad occuparsi anche di cose serie (e non solo corse e raduni).

    Poi è nata l'AMI che si occupa solo di sicurezza e di guard rail, mantre ogni tanto qualcuno che ha voglia di fare (e di questo a tutti va dato merito) organizza un comitato, un gruppo, un movimento.

    Non so se si possa fare.

    Storicamente è il Coordinamento Motociclisti che da quasi un ventennio cerca di occuparsi della reppresentanza degli utenti delle due ruote.
    Certo: anche il C.M. ha le proprie colpe in merito alla sua debolezza (è una critica che a Riccardo Forte ho sempre fatto ed ogni volta che lo vedo glielo ripeto): non avendo mai voluto puntare ad una organizzazione diffusa sul territorio, non ha mai raggiunto quella massa critica in grado di mettere in atto manifestazioni, iniziative, proteste, contatti con gli Enti Locali.

    Ma la proliferazione di tutte queste sigle ed iniziative diverse, ognuna in grado di organizzare ben poco, alla fine temo sia più dannosa che utile.

    Io credo che tutti i motociclisti e gli utenti delle due ruote che abbiano voglia di impegnarsi per i propri diritti (non c'è solo la battaglia relativa ai guard rail, ma anche i motoparcheggi, la possibilità di rimontare le file o di utilizzare le corsie preferenziali nelle grandi città, etc. etc.) dovrebbe mettere da parte i propri egoismi ed egocentrismi ed entrare nel C.M..

    Lì, iniziare un percorso di organizzazione a livello territoriale e di definizione delle Regole per la costruzione delle decisioni.

    In questo le riviste, le community, possono avere un ruolo: quello di dare visibilità solo agli eventi più condivisi, e, grazie a forum o tavole rotonde apposite, cercare di avvicinare le diverse anime degli utenti delle due ruote.

    C'è bisogno di una rappresentanza forte e visibile a Roma e a Bruxelles (e il C.M. in italia rappresenta la FEMA), ma c'è bisogno di tante "antenne" locali che creino la massa critica e la realizzazione a network delel iniziative.

    L'esempio, a mio modesto parere, non è molto lontano: basta fare l'abbonamento a Moto Magazine, masticare un po' di francese, e vedere come funzione la F.F.M.C.

    Lamps

    Giancarlo "gattostanco" Gattelli - MTS 1100 - Ravenna
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    Ultima modifica: 30 Aprile 2009
  3. pirodieg

    pirodieg

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    Se l'ente che avrebbe piu titolo (e secondo me anche maggiormente il dovere), ovvero la federazione, non si occupa di queste cosucce :x, è ovvio che nascano gruppi autorganizzati, che si danno propri statuti e cercano (magari neanche convintamente) di coinvolgere altri che si identificano negli scopi e se possibile anche nei metodi.

    Non mi sembra strano, viste le premesse e vista la tipica frammentazione e litigiosità italiana, che nascano vari gruppi diversi.

    Non mi sento piu vicino ad un gruppo piuttosto che a un altro e non penso di conoscerli neanche tutti, cerco di aderire ad iniziative lodevoli nell intento, sapendo che ognuna avrà sempre dei limiti nei metodi, nella quantità di persone coinvolte, nell'efficacia, sapendo che ci sarà sempre qualche aspetto che mi rappresenterà solo in parte. Ma se in altri casi ci tengo a distinguermi da manifestazioni di massa se non condivido i metodi (ad es. in politica), nel mondo della moto l'aspetto sicurezza è talmente marginale che ho deciso di aderire guardando solo ai principi generali mettendo tutto il resto in secondo piano. Insomma l'efficacia e la qualità è importante, ma si fa talmente poco che non disdegno anche la quantità, almeno per adesso.

    Trovo comunque discutibile sostenere che se un gruppo è nato prima di un altro ha automaticamente piu ragioni, e che tutti bisogna iscrivercisi. Lo stesso vale per un gruppo magari nato dopo ma che conta potenzialmente su un bacino di utenza piu ampio, il maggior numero di persone non significa avere senz'altro ragione. Mi sembra normale che si possa valutare statuto, regolamento, trasparenza e modo di operare e decidere se iscriversi, oppure aderire alle iniziative da "indipendenti".

    Credo invece che tutti i gruppi dovrebbero fare pressione insieme affinchè la Federazione si dedichi, tra le attività prioritarie e fondanti della propria esistenza, alla sicurezza. Questa è un attività dove ognuno potrebbe usare i metodi che crede (purchè civili) , preservando le proprie specificità , portando forse ad ottenere qualcosa.

    In ogni caso non c'è dubbio che CM e Tinga-AMV adesso si stiano occupando piu di denigrarsi a vicenda che di guardare avanti e magari cercare delle possibili iniziative comuni pur rimanendo sulle proprie posizioni, e questo è davvero un peccato.

    Non intendo sottrarni alla tua domanda comunque, io sono disponibile a provarci.
     
    Ultima modifica: 5 Maggio 2009
  4. peters1

    peters1

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    Ciao a tutti, anch'io è da molto che mi chiedo come mai da noi non si riesca a raggruppare tutte le sigle come per esempio in Francia, dove esiste un "sindacato" motociclistico che tutela gli interessi dei rappresentati verso le istituzioni?
    Lamps
     
    Ultima modifica: 5 Maggio 2009
  5. onlysuzuki

    onlysuzuki

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    La sicurezza è importantissima e su questo non ci piove...

    Parlare di sicurezza attira utenti e su questo c'è chi abusa...

    Le organizzazioni ufficiali per tutelare la sicurezza ci sono, qualcuna come il CM da oltre 10 anni, spetta a noi dargli forza, adoperiamoci per il NOSTRO interesse...

    Se poi ogni mese ne sorge una nuova è chiaro che il sostegno di noi motociclisti si disperde. Basta fare una ricerca, vedre chi esiste già cosa ha fatto e sta facendo e portargli il nostro sostegno, perchè siamo noi, tutti noi che possimao dare forza alle organizzazioni per far sentire la nostra voce in modo educato, ma forte!

    Facciamoci un esame di coscienza e poi ognuno faccia quelle che ritiene più giusto...
     
    Ultima modifica: 5 Maggio 2009
  6. Mastic

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    L'argomento mi è tanto a cuore che ci torno presto. Mentalmente ci sto già lavorando.
    Dunque. Sono grosso modo d'accordo con i commenti di tutti voi. Strana cosa, fare una discussione per dire che siamo disuniti e poi scoprire di essere tutti d'accordo.
    A occhio vedo un doppio problema:

    1) Chi c'è già pretende di monopolizzare la scena. Non vuole lasciare il campo ad altri. I singoli così possono solo allinearsi, dare il loro supporto, associarsi, scrivere lettere di sostegno, andare a eventuali manifestazioni. Non so se c'è spazio per un reale ricambio. Né per recepire eventuali istanze che arrivino da altri

    2) Ogni tanto si affaccia una nuova associazione, che cerca un tozzo di pane. Visibilità. Piccole cose che possono arrivare, come qualche intervista sui giornali, qualche telefonata. Nel giro di poco tempo finisce per spegnersi.

    Detto questo, forse bisogna rivedere la struttura del nostro associazionismo. Tenendo ben presente che in Italia l'associazionismo funziona poco. A cominciare dai partiti politici, che hanno ben pochi iscritti in relazione al totale della popolazione votante (eppure di soldini ne muovono...).
    Forse si può pensare a un associazionismo che veda in posizioni di primaria visibilità le associazioni che da anni lavorano e che si sono create una certa solidità e credibilità. Ma poi, queste, a loro volta debbono essere aperte ad accogliere al loro interno le nuove associazioni, che nascono magari per portare avanti un preciso programma.
    Una sorta di confederazione, con uno statuto, delle votazioni e una comunicazione interna.
    Il tutto potrebbe servire a evitare di frammentare le (scarse) forze in campo. E a coordinarsi meglio, evitando battaglie su temi residuali o addirittura superati.

    Che ne dite?
     
    Ultima modifica: 5 Maggio 2009
  7. gattostanco

    gattostanco

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    Il sottoscritto è stato il primo critico del Coordinamento Motociclisti.
    Al buon Riccardo Forte, persona squisita che da tanti anni lotta per i nostri diritti ma anche un Presidente con una personalità forse un po' "forte" :D e poco incline al politichese, ho sempre contestato l'errore di non aver provato veramente a diffondere il CM a livello territoriale, con tante "antenne" locali (seguendo l'esempio della FFMC).
    Ho sempre detto, scritto, proposto, che senza questa scelta organizzativa, il CM non avrebbe mai raggiunto quella "massa critica" e quella diffusione che gli rendesse possibile organizzare iniziative concrete ed attivare una vera e forte lobby nei confronti della politica, degli enti locali, degli enti proprietari delle strade.
    Cinque o sei anni fa spesi anche tempo ed impegno per "testare" a Ravenna la possibilità concreta di realizzare queste "antenne", fondando d'accordo con i vertici del CM una sorta di sezione territoriale ravennate posta in pochi metri quadrati di un bar gestito da un appassionato motociclista.
    Dopo un po' di tempo, però, visto che l'esperimento rimaneva un caso isolato ho lasciato perdere, e fino a questo 2009 non ero neppure più iscritto al CM...

    Ora però ho visto aria nuova nel Coordinamento Motociclisti.
    Ci sono un nuovo segretario, dei nuovi responsabili di settore.
    Partecipando al Memorial Spadino ho potuto parlare con Riccardo Forte e con Gianni Zamperini: il CM nelle prossime settimane e nei prossimi mesi attuerà una "campagna arruolamento" rivolta a tutti i motociclisti d'Italia che vorranno dare una mano.
    E grazie a internet, agli strumenti informatici che tutti noi oggi siamo in grado di utilizzare, ognuno potrà lavorare insieme agli altri nella realizzazione di iniziative, nella stesura di informative, nella redazione di proposte di legge, richieste, interpellanze, petizioni, ricorsi...

    C'è bisogno, certamente, di essere in un numero molto maggiore.
    Nel CM nessuno è pagato.
    Tutti ritagliamo un po' di tempo libero per fare qualcosa.

    Per scrivere una proposta di legge, per supportarla con relazioni, contatti, convegni, comunicati, iniziative, occorre che tante, molte persone siano coinvolte ed ognuno porti il suo piccolo contributo.

    Se saremo molti potremo essere incisivi.
    Se rimarremo pochi no.

    E se le poche decine di motociclisti che hanno voglia di sarsi da fare si dividono in decine di sigle... beh, credo che continueremo ad essere poco ascoltati dai palazzi della politica :rolleyes:

    Lamps

    Giancarlo "gattostanco" Gattelli - MTS 1100 - Ravenna
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    Ultima modifica: 5 Maggio 2009
  8. gianni

    gianni

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    Se vogliamo parlare di futuro dobbiamo accettare il passato: conoscerlo, analizzarlo ed eventualmente fare autocritica.

    Allo stato attuale SEMBRA che il CM (e con esso AMI e Asaps) abbia snobbato la povera, nuova e volenterosa associazione e che questa, mancante della guida e dell'aiuto dei fratelli maggiori, abbia sbagliato i motivi (e i tempi) per scendere in piazza.
    PARREBBE inoltre che il fallimento numerico e contenutistico della manifestazione sia dovuto, in parte o del tutto, al boicottaggio di questo "cartello" di associazioni.


    Forse pero' sarebbe bene sapere che nessun contatto/invito/richiesta sono mai giunti ufficialmente al CM dai Tinga/AMV.
    E' bene sapere che il CM ha offerto il proprio aiuto al Tinga il 10 luglio 2008 sul loro forum, e la risposta e' stata chiara:
    "l'iniziativa è del Tinga e deve svilupparsi nel Tinga".
    In data 11 novembre 2008 abbiamo espresso nuovamente i nostri dubbi sulle motivazioni della manifestazione (contenuto poi del nostro comunicato stampa), ma in entrambi i casi un confronto e' stato impossibile (vi sono ancora tracce di questi interventi, se pur epurati e censurati, sul loro forum)
    Il 15 dicembre 2008, invitati dall'admin del forum di FazerItalia per cercare una discussione in terreno neutrale, siamo intervenuti.
    Gli organizzatori della manifestazione sono intervenuti per difendersi da fantasiose teorie di complotto e null'altro.
    Il nostro presidente Riccardo Forte, invitato da AMFOP, ha attuato un ultimo tentativo incontrando alcuni rappresentanti di AMV.
    Nessun esito.(tutti i fatti fin qui esposti sono assolutamente documentabili)
    Questa e' la storia del CM, ma AMI e Asaps hanno vissuto situazioni simili.

    Alla luce di questo riteniamo di aver fatto del nostro meglio.

    Mi domando pero' perche' risulti cosi' strano il risultato dell'iniziativa AMV.
    I Tinga sono tanti e sono particolarmente orgogliosi del loro forum/gruppo.
    Nonostante questo hanno semplicemente peccato di ingenuita' e ottimismo pensando di poter fare tutto da soli, e hanno imparato a loro spese che non e' possibile.
    (ad onor del vero all'ultimo momento una certa apertura si e' notata, forse per la scarsa adesione prevista).
    Non c'e' niente di strano, niente da condannare.
    Sbagliando si impara.

    Ora, se la smetteranno di spargere veleno dentro e fuori dal loro forum, se sapranno
    fare autocritica e approcciarsi con la necessaria umilta', potranno cercarsi uno spazio accanto alle altre associazioni.
    Sia chiaro, non di piu', ma con la stessa umilta' con cui tutti noi dovremmo approcciarci.
    (anche se non sempre ci riusciamo).

    Buona strada
    Gianni "BBK" Zamperini
    Segretario Nazionale
    Coordinamento Motociclisti
     
    Ultima modifica: 6 Maggio 2009
  9. fcalissi

    fcalissi

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    A leggere la storia sento già la nausea,purtroppo sa molto di dejà vu' per altri argomenti,riusciremo mai a fare un cazzo di differenza ?

    franco
     
    Ultima modifica: 6 Maggio 2009
  10. pirodieg

    pirodieg

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    No c'è dubbio che le due associazioni e gli approcci che hanno scelto abbiano entrambe punti di forza ed entrambe abbiano dei limiti.

    Forse cio che possiamo fare noi "da fuori", piu che scegliere da che parte schierarci e metterci a denigrare l'altro, è far loro capire che siamo pronti ad aspettarli a metà strada, sul valico, per proseguire insieme, in tanti.
    Il fatto che CM stia cercando di aprirsi di piu al mondo esterno tramite internet, e che AMV-tinga abbiano capito che un forum con tantissimi iscritti non basta ma serve una struttura operativa piu definita e con obiettivi piu chiari, significa che, forse senza volerlo ammettere, stanno imparando dall'altro. E a me pare già un buon segno. Ma è importantissimo non trascendere adesso a botta calda, e apprezzo l'equilibrio delle parole di BBK, sia pur di parte.

    Ma torno anche a dire, è un idea cosi bislacc apensare di fare una campagna di pressione sulla federazione per occuparsi in primis di sicurezza? Mi fate sapere cosa ne pensate a prescindere dal fatto che qualcuno poi nel caso dovrebbe fare forse un passetto indietro?
     
    Ultima modifica: 6 Maggio 2009
  11. peters1

    peters1

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    QUOTO

    A quanto si capisce nel leggere la situazione sembra che la tendenza sia quella di gestire tutto in "proprio" escludendo gli altri (anche se ne hanno dimostrato l'intenzione) da un'eventuale partecipazione... :?:

    Ed è proprio questo che scrivevo ieri, l'incapacità di riunirsi sotto uno stesso tetto e portare avanti l'interesse comune. dalla sicurezza alla viabilità.
    Capisco anche che spesso chi amministra una associazione tende a fare gli interessi dei propri iscritti e delle sue manifestazioni, ma così facendo ci si ritrova al punto di partenza! Cioè che tanti motociclisti sono rappresentati da tante sigle sparse su tutto il territorio nazionale.
    Vero è che per gestire il tutto c'è bisogno di una struttura ben definita che per adesso non c'è. Quindi cosa aspettiamo a creare questa benedetta associazione NAZIONALE? oppure potremmo rivolgerci alla FMI... ;)

    Lamps
     
    Ultima modifica: 6 Maggio 2009
  12. gattostanco

    gattostanco

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    Il problema è che la FMI è un carrozzone politico simil/ACI che pensa solo ad organizzare gare, convenzioni e raduni (anzi: a far organizzare... dai moto club) ed incassare quattrini che servono poi a pagare la struttura autoreferenziale.

    In questi anni sto dando una mano al Moto Club Ravenna (uno dei primissimi ad essere stati fondati in Italia ed aderente appunto alla FMI) ed abbiamo anche cercato di spronare la Federazione ad intervenire su temi legati alla rappresentanza degli utenti delle due ruote.
    Non credo che dalla FMI (o per lo meno da questa FMI) potremo ottenere qualcosa di diverso da quanto sta facendo oggi.
    Quasi due anni fa abbiamo proposto di far scrivere all'ufficio legale delal FMI una proposta di legge che legalizzasse la possibilità di rimontare le file ed utilizzare le corsie di emergenza (in casi eccezionali ed in maniera regolamentata), la risposta è stata questa: http://www.motoclubravenna.it/20070706sesti.html

    E se leggete Motitalia non troverete nulla inerente alla rappresentanza e alla difesa dei diritti di chi circola per le strade. Ed è un vero peccato, perchè l'FMI è diffusa capillarmente, ha una struttura, un ufficio legale/legislativo, dei funzionari pagati... ma di guard rail, di utilizzo delle corsie preferenziali, della realizzazione di parcheggi moto, di contrasto alle norme che ci vietano di percorrere alcune strade, di rapporti con gli Enti Locali o proprietari delle strade... nulla.
    Meglio un bel raduno-del-tartufo o una moto-tigellata, oppure una bella gara di motocross o di minimoto anche di infima categoria :rolleyes:

    Non ho nessuna fiducia in questa FMI :cry:

    E non a caso la FFMC francese è un'associazione indipendente come il CM (o l'AMI o... qualsiasi altra associazione che abbia la voglia di organizzarsi e crescere e darsi da fare e diffondersi sul territorio e... ;)) che opera grazie a dei volontari.

    Lamps

    Giancarlo "gattostanco" Gattelli - MTS 1100 - Ravenna
    www.gattostanco.it (sito&blog)
    www.motoclubravenna.it (MCR 1903)
    www.cmfem.it (Coordinamento Motociclisti)
     
    Ultima modifica: 7 Maggio 2009
  13. gianni

    gianni

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    Lungi da me contraddire Gattostanco, ma la sua visione del CM e' legata a qualche anno fa.
    Sono felice di ritrovarlo e di riaverlo tra noi, ora sara' mia premura fargli fare un giro turistico nel nuovo corso del CM.
    Mailing list, siti, CMS, forum e Facebook sono strumenti che padroneggiamo da anni ormai.
    Il nostro ufficio stampa funziona (e funzionera' ancora meglio ora che abbiamo ritrovato cotanto felino :)), la nostra relazione con i gruppi esterni e' una mission primaria, lo dimostrano gli oltre 50 tra gruppi e forum che hanno contribuito alla fotopetizione "non voglio morire".(http://nonvogliomorire.cmfem.it).
    Non si e' mai vista una coalizione cosi' numerosa tesa ad una sola causa.

    Parlando di "flop"
    Nel 1991 abbiamo portato in piazza oltre 5000 motociclisti a Roma, ma da allora non e' praticamente piu' stato possibile.
    Nel 2006 a Milano (insieme a Motocivismo) abbiamo portato in piazza 1500 persone a novembre sotto la pioggia, ma e' da considerarsi un successo?
    Forse si, ma non tanto per il numero, ma per la collaborazione con GWCI, Motocivismo e tante altre associazioni che si sono unite alla lotta contro il blocco Euro 0.
    Certamente si perche' una protesta mirata ci ha permesso di fermare quel provvedimento, nonostante il numero di partecipanti.
    Si scende in piazza per ottenere un risultato, non per dimostrare di essere in tanti.

    In fondo e' curioso che si dica che la manifestazione del 26 ha "floppato" per il clima o per l'opposizione delle associazioni.
    La lista dei partecipanti potenziali era di circa 1500 a novembre 2008 ed e' rimasta piu' o meno uguale ad aprile 2009.
    Tra i potenziali c'erano pero' solo circa 100/150 confermati, sono sempre stati quelli i numeri. (Fonte forum tingavert).
    Direi che se a Roma c'erano 200 moto e' stato un successo superiore alle premesse.
    E sia chiaro, non e' colpa del Tingavert, e' un risultato prevedibile che non rende colpevoli o manchevoli gli organizzatori.

    Quello che manca e' sempre e comunque la partecipazione popolare.
    I motociclisti medi (con le dovute eccezioni) si muovono volentieri per la salsiccia, ma molto meno per protestare.
    Dobbiamo riuscire a superare questo andicap e le strade sono solo due (io credo).
    Una possibile e l'altra romantica.
    1 - Sperare di superare questa caratteristica tutta italiana instillando un po' di "europa"
    nei centauri del bel paese. (romantica)
    2 - Non considerare le adunate di piazza come strumento utilizzabile e cercare proteste
    alternative che tengano conto del possibile scarso afflusso. (possibile)

    Accanto a questo pero' ci deve essere un'azione di lobbing forte e autorevole.
    Dobbiamo, insomma, porci come interlocutori seri, preparati e agressivi verso le istituzioni che fingono di non sentirci/capirci.
    Non armate brancaleone improvvisate. (critica e autocritica, sia chiaro)

    Gianni "BBK" Zamperini
    Coordinamento Motociclisti
     
    Ultima modifica: 6 Maggio 2009
  14. multistrangola

    multistrangola

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    ho fatto parte dell'organizzazione della manifestazione dell' Associazione Motociclisti per la Vita anche non essendo iscritto,almeno per il momento, a tale associazione. Questo solo ed esclusivamente perchè mi sembrava giusto dare una mano a tale iniziativa.
    Nel giro di poche settimane sono venuto a conoscenza di un mondo semplicemente allucinante.....quello delle associazioni per la tutela dei motociclisti di cui avevo sempre sentito parlare ma che non avevo mai capito cosa o chi fossero e calcolando che vado in moto da oltre 30 anni calcando anche le piste di mezza Europa e frequentando più di un motoclub credo che questa sia già una mezza accusa.....

    Noto una vera e propria guerra per il mantenimento delle posizioni acquisite (tipico attaccamento da poltrona italiana) e ovviamente il detto "niente nuove...buone nuove" è in questo contesto quanto mai valido e le nuove iniziative vengono ben viste quanto l'incontro con un TIR contromano in uscita di curva.

    A questo punto però mi chiedo....quali sono questi incredibili risultati raggiunti dalle associazioni che operano nel settore da molti anni?
    Come mai solo una forte minoranza dei motociclisti conoscono queste associazioni?
    Come mai questo colosso del C.M. ha meno iscritti delle moto presenti in 26 aprile alle manifestazioni del AMV?
    Dove sono le iniziative (e in 10 anni il tempo credo ci sia stato) atte a unificare gli sforzi per rendere la guida dei centauri più sicura?
    Perchè non attingere alle nuove forze di nuove associazioni invece di boicottarle a prescindere?

    Sono convinto che l'unione faccia la forza e credo che questo dovrebbe essere il filo conduttore delle associazioni per la sicurezza.
    Non mi frega niente se i guard rail saranno meno pericolosi per merito di CM AMI o AMV.....quello che mi interessa è che finalmente si faccia qualcosa e si esca da un indiscusso ed indiscutibile immobilismo che a mio avviso ha colpite queste associazioni da anni.

    Di chiacchiere ne ho sentite tante.....di fatti nelle centinaia di km percorsi in giro per le strade della nostra bella penisola ne ho visti veramente pochi!!!

     
    Ultima modifica: 7 Maggio 2009
  15. onlysuzuki

    onlysuzuki

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    Ci sono, non molti come vorremmo... Ma ci sono! La direttiva CEN per l'omologazione dei guardrail a giugno dello scorso anno ne è una prova...

    Per quanto riguarda il fatto che pochi motociclisti conosco queste associazioni deve portare però ad una autocritica...

    Anche io vado in moto da un po' di tempo e di queste associazioni non ho mai sentito parlare, ma semplicemente perchè non le ho mai cercate... Non perchè non c'erano...

    Finchè si fanno ricerche per fare una motomangiata qualsiasi... Queste associazioni non si trovano, ma quando si cerca qualcosa in tema di sicurezza appaiono subito, come mai? (e la mia vuole essere anche una autocritica!)
     
    Ultima modifica: 7 Maggio 2009